40 Anni di scoutismo Chieti 5-Edelweiss

L’ 8 ed il 9 Ottobre il gruppo scout Chieti 5 ha festeggiato il proprio compleanno alla villa comunale di Chieti, organizzando un evento che ha coinvolto tutte le branche ed attirato la curiosità dei passanti.

LA STORIA: Il Gruppo Chieti 5° Edelweiss iniziò le sue attività nel mese di settembre del 1976, ad opera di alcuni capi tutti provenienti dal Chieti 3°, Gruppo – quest’ultimo – nato l’anno precedente dalla fusione del Chieti 3° ex-Asci (Sant’Antonio e Santa Maddalena) e del Chieti 3° ex-Agi (Mater Domini).

Alla sua nascita, il nuovo Gruppo aveva il fazzolettone di stoffa color jeans, con una striscia rossa e due stelline bianche in punta, come richiamo alla denominazione “edelweiss”, “stella alpina”, appunto.

Il fazzolettone venne poi sostituito alla fine del 1980 con quello attuale, blu con striscia bianca e stellina in punta. I colori vogliono richiamare alla mente le montagne dove vive la stella alpina, con il bianco delle nevi e il blu intenso del cielo che fa da cornice. Simbolo di elevazione e di ascesa, d’impegno a salire sulle vette più alte, lì dove solamente si possono ammirare le stelle alpine.

Il primo censimento del nuovo Gruppo fu autorizzato il 26 Febbraio 1977, le attività, tuttavia, erano iniziate fin dall’autunno dell’anno precedente con le prime riunioni di Comunità Capi e con l’apertura del Branco dei Lupetti.

Il Branco misto fu chiamato Seonee, dal nome delle colline dove vive il branco di lupi di cui si racconta la storia ne Il Libro della Giungla. Subito dopo, fu aperto anche il Reparto, in un primo momento solo maschile, ma integrato in breve tempo con l’iscrizione di tre ragazze che parteciparono al campo estivo di quell’anno, contribuendo così alla nascita del primo nucleo del Reparto misto che si sarebbe successivamente sviluppato. Al Reparto fu attribuito il nome Aldebaran, facendo così chiaramente risaltare la preferenza per le stelle, alpine o celesti, che avevano i fondatori del Gruppo.

La Comunità Capi era assai giovane, formata quasi interamente da studenti. Sette adulti componevano l’elenco ufficiale dei primi capi censiti: oltre ai due Capi Gruppo, Franca Navazio Ricci e Marco Ricci e all’Assistente ecclesiastico, padre Settimio D’Eugenio, c’erano Maria Amato, Gabriella Glieca, Lorenzo Bontempo e Fabrizio Scipione. A questi si aggiungevano Mimma Paldinola e Rocco Santovito che, per la giovane età, non fu possibile iscrivere direttamente in Comunità Capi e vennero, perciò, censiti come rover e scolta in servizio, anche se erano a tutti gli effetti impegnati attivamente con i ragazzi.

Nell’autunno del 1977 il Gruppo completò la sua composizione con la nascita della branca Rover (non ancora Rover/Scolte perché non c’erano ancora le ragazze!). Insieme al Chieti 1°, si diede vita a un Noviziato che svolse le sue attività come un’unica comunità, pur comprendendo ragazzi provenienti dai due Gruppi, oltre a qualcuno di nuova iscrizione. Fu un’esperienza molto significativa e non comune per quei tempi.

Il 1980 segnò un passaggio fondamentale nella vita del Chieti 5°, quasi una rinascita. Alla ripresa delle attività, dopo i campi estivi, certe diversità di opinioni all’interno della Comunità Capi sul modo di gestire il Gruppo, gradualmente manifestatesi, provocarono una scissione, che portò alcuni capi, compresi i due Capi Gruppo, a lasciare il Gruppo e fondare il Chieti 6°. Il 1980 rappresentò per il Gruppo Chieti 5° un banco di prova anche per un altro versante, esterno all’associazione. Il 23 novembre di quell’anno, infatti, si verificò il terremoto in Irpinia e Basilicata, un’apocalisse che fece registrare il terribile bilancio di tremila morti. La Comunità Capi Chieti 5° diede subito la sua disponibilità a portare aiuto alle popolazioni colpite e, una volta ricevuta la chiamata dal centro di coordinamento degli interventi, partì alla volta delle zone terremotate, attrezzata in modo da essere autosufficiente. 

Nel 1982, il Reparto effettuò il suo campo estivo a Kandersteg, in Svizzera, dal 3 al 13 agosto, dando così il via a un filone di attività internazionali che da allora in poi ha caratterizzato in modo marcato la vita del Gruppo Chieti 5°.

Il 1986 fu l’anno del decennale della fondazione del Chieti 5°, ricorrenza che la Comunità Capi volle festeggiare con un campo estivo speciale a Gilwell Park, dove il Gruppo fu ospitato dal 5 al 21 agosto, ad eccezione del Branco che avrebbe svolto le sue Vacanze di Branco a Lama dei Peligni nei primi giorni di settembre. Si trattò di un’esperienza straordinaria, anche se essa costò la rinuncia per il Clan a partecipare alla contemporanea Route Nazionale R/S dei Piani di Pezza. Con il campo a Gilwell Park si chiuse il primo decennio di vita del Chieti 5°, un periodo di crescita ricco d’eventi che consolidarono le basi del Gruppo e consentirono lo sviluppo registrato negli anni successivi, durante i quali l’attività svolta non ha mai fatto registrare interruzioni o traumatiche chiusure.

Il resto della storia del Chieti 5°, dal 1987 a oggi, può essere raccontata ricordando gli eventi più significativi ed emblematici che l’hanno caratterizzata, utili a dare il senso del cammino percorso.

Le attività internazionali, innanzi tutto, che nel corso del tempo sono state numerose e ricche di esperienze. In occasione del Jamboree 1995 in Olanda, il Reparto Chieti 5° è stato presente con un Esploratore, mentre a quello del centenario dello scautismo mondiale del 2007 in Inghilterra, esso riuscì a inviare una Guida e un EsploratoreAnche il Clan è stato spesso coinvolto in attività all’estero, ad iniziare dal servizio agli ammalati a Lourdes in due occasioni: nel 1985 e nel 2006. Nel 1991, inoltre, esso prese parte alla Route internazionale da Cracovia a Czestochowa, in Polonia, organizzata dalla CICS (Conferenza Internazionale dello Scautismo Cattolico) in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù 1991. 

Un altro elemento da ricordare nella storia del Chieti 5° è il grande sviluppo numerico dei suoi iscritti registrato nel periodo dal 1991 al 1998, che portò ad aprire, in aggiunta alle Unità già esistenti, dapprima un nuovo Branco denominato Popolo Libero, così chiamato con riferimento all’ambientazione giungla, e poi un nuovo Reparto, denominato Iadi, in coerenza con la tradizione dei nomi stellari, avviata fin dalle origini del Gruppo. Il quel periodo la Comunità Capi potè annoverare il più alto numero di capi della sua storia, con punte di oltre 20 persone, potendo così fronteggiare le sempre più numerose richieste d’iscrizione di nuovi ragazzi al Gruppo.

OGGI: Il Gruppo Scout Chieti 5° accoglie attualmente circa ottanta iscritti, ragazzi e capi con una provenienza molto più ampia di quella parrocchiale, ripartiti tra il Branco Polaris, il Reparto Aldebaran, il Clan-Noviziato dell’Arcobaleno e la Comunità Capi.

La sede è sempre quella della parrocchia del Sacro Cuore, dove il Gruppo Scout prende parte alla vita parrocchiale, collaborando con gli altri gruppi presenti e assicurando la sua partecipazione attiva in momenti importanti, come per la processione della festa di Sant’Antonio o per la messa della notte di Natale e di Pasqua. Il Gruppo, quando non è impegnato in attività esterne, partecipa, animandola, alla messa domenicale delle 9.30.

In aggiunta alla più ampia attività di catechesi rivolta in modo abituale ai ragazzi del Gruppo, per la quale tutti i capi ricevono dal parroco il mandato di catechisti, alcuni capi seguono direttamente la formazione religiosa specifica dei lupetti e lupette che si preparano alla Prima Comunione. Anche alla preparazione dei giovani scout alla cresima provvedono uno o più capi a ciò espressamente incaricati dal parroco e dalla Comunità Capi. L’assetto attuale del Gruppo vede il Branco articolato in quattro sestiglie: Rossi, Neri, Pezzati e Grigi. Il Reparto può contare su due squadriglie femminili (Scoiattoli e Cervi) e tre squadriglie maschili (Aquile, Cobra e Falchi). Discorso a parte deve essere fatto per la comunità R/S, che dall’anno scout 2010/2011 ha avviato (… quasi un “ritorno al passato”) un’attività parallela con i ragazzi del Chieti 1°, con molte iniziative in comune. L’obiettivo, in prospettiva, è di far nascere una comunità cittadina di rover e scolte, auspicando l’adesione progressiva anche degli altri Gruppi chietini. Si tratta di una scommessa sul futuro, fatta mettendo da parte (anche se un po’ a fatica) il senso d’appartenenza al proprio Gruppo. Una scommessa che, in ogni caso, può contare su presupposti importanti che affondano le loro radici nel passato, rispolverando le felici esperienze d’attività comuni in Branca R/S di cui si è parlato in precedenza.

 La Comunità Capi delle origini, come già si è avuto modo di precisare, era formata quasi totalmente di giovani universitari, poco più che ventenni e molto legati fra di loro. Oggi, invece, è una Comunità Capi che vede la presenza di coppie sposate, di adulti con più di trenta anni (per alcuni molto più di cinquanta…), ma anche di giovani di appena 23-24 anni. La maggior parte dei capi è brevettata già da tempo e gli altri stanno percorrendo l’iter di formazione capi previsto dall’associazione. Molti di loro, confermando l’orientamento al servizio “esterno” al Gruppo di cui si è già fatto cenno, sono ancora oggi impegnati nell’espletamento di incarichi associativi: 1 componente del Comitato regionale e capo campo CFA; 1 responsabile di Zona; 1 componente del Comitato di Zona. Un segno di continuità e di speranza nel futuro è l’ingresso in Comunità Capi di tre giovani capi provenienti dal Clan, che in questo anno scout (2012-2013) percorrono il cammino annuale di tirocinio previsto dall’Associazione, preparandosi per il servizio educativo a cui si sentono chiamati e che hanno scelto quando hanno ricevuto la loro Partenza dal Clan.

 Il Gruppo Chieti 5° continua ancor oggi la sua vita, ormai abbastanza lunga, che ha permesso a tanti ragazzi e ragazze, nel corso degli anni, di vivere lo straordinario “gioco” dello scautismo, preparandosi a diventare “buoni cittadini” e “buoni cristiani”. Nella sua azione, la Comunità Capi è sorretta – oggi come ieri – dalla solida consapevolezza che è possibile impegnarsi nell’educazione dei più giovani, nonostante le incertezze e le contraddizioni del tempo che viviamo. Nel nuovo Progetto Educativo di Gruppo 2013-2015 si afferma: “Abbiamo la certezza che il tempo dell’educazione non è finito e che la ‘speranza affidabile’, come ha affermato il Santo Padre, è l’anima dell’educazione e dell’intera vita.” 

(tratto da “Storia dello scoutismo a Chieti” di Aurelio Bigi)

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